La poesia di Alda Merini, “Sono nata il 21 a primavera”, è un’opera che esplora temi profondamente esistenziali, personali e universali, connessi alla vita, alla sofferenza, alla rinascita e all’amore. Ma come possiamo leggere questa poesia attraverso la lente della Mindfulness?
In questo post, esploreremo la poesia cercando di scoprire come le parole di Alda Merini possano offrirci spunti di riflessione e insegnamenti legati alla consapevolezza, alla gentilezza e all’accettazione della nostra esperienza nel momento presente.
Clicca qui per leggere il testo integrale della poesia.
Sono nata il 21 a primavera
La poesia “Sono nata il 21 a primavera” inizia con un’affermazione biografica: “Sono nata il ventuno a primavera”. Il riferimento è ovvio: Alda Merini è nata il 21 marzo, il giorno dell’equinozio di primavera, un momento di equilibrio tra luce e buio e simbolo di rinascita. Il suo però significato va oltre il semplice dato anagrafico. Nascere a primavera diventa una metafora di rinascita continua, un concetto che è centrale anche nella pratica della Mindfulness.
La rinascita e il momento presente
La primavera, stagione di risveglio e rinnovamento, riflette il principio della rinascita del momento presente: ogni istante è un’opportunità per rinascere, per lasciar andare ciò che è passato e abbracciare ciò che arriva, con un cuore aperto e curioso. Nella Mindfulness, ogni respiro è una nuova possibilità di ricominciare, di tornare al qui e ora. Ogni volta che ci distraiamo, possiamo semplicemente riportare l’attenzione al respiro, alla sensazione del corpo, o al presente, proprio come Merini descrive la sua nascita in primavera come un evento ciclico, una continua rinascita.
La follia come apertura
“Nascere folle, aprire le zolle / potesse scatenar tempesta” sono versi che richiamano la condizione interiore di Alda Merini, marcata dalla malattia mentale e dalle sue esperienze nei manicomi. Qui, però, la follia non è dipinta come una malattia da cui fuggire, ma come una condizione di apertura e vulnerabilità. Aprire le zolle è un gesto creativo, simile a quello del coltivatore che lavora la terra per permettere la crescita dei semi. Ma nel processo, c’è anche il rischio di scatenare tempeste, di aprire porte che conducono al caos e alla confusione.
Nella Mindfulness, ci viene insegnato a non temere le tempeste interiori, ma piuttosto ad accoglierle con consapevolezza. Le emozioni difficili, come la paura, l’ansia, la tristezza, fanno parte della nostra vita e, come la tempesta, possono essere osservate senza giudizio. Alda Merini ci ricorda che aprirsi alla vita significa anche aprirsi alle sue turbolenze. La consapevolezza ci invita a rimanere presenti anche nelle difficoltà, osservando le tempeste della mente e del cuore senza farci travolgere.
Proserpina e l’impermanenza
Un altro elemento chiave della poesia “Sono nata il 21 a primavera” è il riferimento al mito di Proserpina. La dea, rapita da Ade e costretta a vivere metà dell’anno negli Inferi e l’altra metà sulla Terra, rappresenta il ciclo della vita e della morte, della luce e dell’oscurità. La poesia menziona il pianto di Proserpina ogni sera, un’immagine di malinconia e accettazione. Anche nella primavera, stagione di rinascita, c’è una sottile tristezza.
Questo tema riflette un concetto centrale della Mindfulness: l’impermanenza. Tutto cambia, tutto scorre. Niente resta fisso, nemmeno le emozioni. La consapevolezza ci aiuta a riconoscere questa realtà e ad abbracciarla. Proprio come Proserpina che accetta il suo destino, noi possiamo imparare a osservare e accettare il cambiamento senza opporci. Le emozioni, i pensieri, e le situazioni della vita sono come le stagioni: vanno e vengono, e il nostro compito è accoglierli con equanimità.
La luna orba e il ritorno a sé stessi
“Ma la luna, la luna è orba”, dice Merini, suggerendo che la luna, simbolo tradizionale di saggezza e riflessione interiore, è cieca. Questo potrebbe rappresentare l’impossibilità di trovare risposte definitive al di fuori di noi stessi. Nella pratica della Mindfulness, ci viene insegnato che non dobbiamo cercare risposte esterne, ma che la consapevolezza interiore è la vera guida.
La luna orba ci ricorda che non sempre possiamo affidarci a segnali esterni, e che il vero lavoro di consapevolezza avviene guardando dentro di noi. Non si tratta di trovare risposte assolute, ma di osservare senza giudizio, di essere presenti al flusso continuo della vita, accettando che alcune cose restano misteriose e incomprensibili. La cecità della luna diventa quindi un invito a fidarsi del proprio sentire e a coltivare la consapevolezza del presente, senza cercare risposte fuori di sé.
Lasciar andare le dipendenze
Un altro passaggio significativo della poesia è quando la poetessa afferma: “Non mi serve alcol, non mi serve nicotina”. Questo verso può essere interpretato come una dichiarazione di indipendenza dalle dipendenze esterne, un’affermazione di forza interiore. Nella Mindfulness, si lavora per sviluppare la capacità di osservare le nostre dipendenze e distrazioni, che siano sostanze fisiche come alcol e nicotina, o pensieri ripetitivi e comportamenti automatici. La pratica ci invita a notare ciò che ci trattiene e ci distrae dal presente, senza giudicarci, ma con la consapevolezza che possiamo trovare un equilibrio dentro di noi.
Il verso di Alda Merini riflette un profondo desiderio di liberarsi da questi legami e di trovare la propria forza interiore. Questa forza può essere coltivata nella pratica di consapevolezza, dove impariamo a lasciar andare ciò che non ci serve più, e a trovare un centro stabile dentro di noi.
L’amore come fonte di guarigione
La poetessa dei Navigli conclude la poesia “Sono nata il 21 a primavera” con una dichiarazione d’amore: “Solo il tuo amore”. Questo amore, nella lettura Mindfulness, può essere visto come l’amore compassionevole per se stessi e per gli altri. Nella pratica di consapevolezza, l’amore e la compassione sono strumenti potenti per guarire e trasformare il dolore. La compassione verso di sé è uno dei principi fondamentali della Mindfulness: impariamo a trattarci con gentilezza, a non giudicarci duramente e a coltivare un atteggiamento amorevole verso le nostre sofferenze e difficoltà.
L’amore descritto da Merini è una fonte di rinascita, un amore che nutre e guarisce, e può essere visto come l’amore per la vita stessa, o per l’umanità, che ci aiuta a riscoprire il nostro equilibrio interiore.
Conclusione
La poesia “Sono nata il 21 a primavera” di Alda Merini, letta attraverso la lente della Mindfulness, ci offre una profonda riflessione sulla rinascita interiore, sull’accettazione delle emozioni e sull’importanza di coltivare amore e compassione verso noi stessi. Come nella pratica di consapevolezza, anche nella vita della poetessa vediamo l’alternarsi di luce e oscurità, sofferenza e rinascita. Questa poesia diventa un richiamo a vivere ogni momento con apertura e consapevolezza, accogliendo tutto ciò che la vita ci offre, senza giudizio, con un cuore gentile e presente.
