La Mindfulness non è una tecnica per ottenere uno stato di trance o meditazione profonda. Non è nemmeno una tecnica per risolvere i problemi o risolvere i conflitti interiori. E’ semplicemente una forma di attenzione consapevole e non giudicante verso l’esperienza presente.
Sono molteplici i fraintendimenti e misconcetti a riguardo che costringono a fornire una risposta esaustiva alla domanda “Cosa non è la Mindfulness?” L’intento di questo articolo è quello di fornire chiarimenti su alcuni aspetti che possono essere erroneamente attribuiti a tale pratica e diventare ostacolo nella strada verso la sua comprensione e applicazione.
Cosa non è la Mindfulness
1. Non è una tecnica di rilassamento
La Mindfulness non è una tecnica di rilassamento, o per lo meno, non è questo il suo obiettivo primario. Essa ci porta a osservare e ad accettare la nostra condizione nel momento presente, sia che ci sentiamo stressati, tesi o arrabbiati. Il fatto stesso di accettare la nostra condizione non opponendo resistenza, molto probabilmente ci farà raggiungere uno stato di relax. Ma non è questo il fine. Se ci prefiggiamo il rilassamento come obiettivo primario e condizione ideale da raggiungere, questo non farà che aumentare in noi le aspettative e il senso di frustrazione nel caso in cui le cose non dovessero andare nella direzione da noi desiderata.
2. Non è svuotare la mente
La meditazione Mindfulness non mira a eliminare i pensieri e svuotare la mente. Tutt’altro, sviluppa la capacità di comprendere che i nostri pensieri sono solo pensieri e che non sono quindi un riflesso della realtà esterna che ci circonda. Questa prospettiva ci permette di smettere di inseguire tutti quei pensieri che giudichiamo dannosi, razionali, inutili senza però cercare di bloccarli, perché otterremmo l’effetto opposto. Ogni tentativo di eliminazione dei pensieri risulterebbe una lotta contro la mente e così facendo non faremo altro che aumentare lo stress.
3. Non è un metodo per evitare esperienze spiacevoli
La pratica della consapevolezza ci aiuta ad accogliere il dolore e ad attenuare la sofferenza. Grazie a essa impariamo a rapportarci alle esperienze negative in modo più consapevole e a sviluppare risposte più sagge e salutari per il nostro benessere psicofisico. Man mano che osserviamo le nostre esperienze spiacevoli e ci esercitiamo a stare con esse, la nostra capacità di sopportarle aumenta gradualmente nel tempo. Arriviamo a comprendere che le sensazioni dolorose sono distinte dalla sofferenza che normalmente le accompagna e che la sofferenza nasce dalle nostre reazioni al dolore. Quando ci esercitiamo a reagire al dolore con l’accettazione, anziché opponendo a esso resistenza, la nostra sofferenza diminuisce.
4. Non è diventare impassibile
Mindfulness significa essere consapevoli. Questo ci insegna. Non vuol dire evitare, respingere o farci sopraffare dal fiume di emozioni che quotidianamente ci attraversano. Coltivare la Mindfulness, e quindi sviluppare la capacità di essere consapevoli, ci permette di vedere le emozioni in modo più chiaro e di scoprire tutte quelle difese psicologiche che mettiamo in atto quando cerchiamo di sentirci meglio e di comprendere lo stato d’animo che sta dietro alla difesa.
5. Non è la ricerca della beatitudine
Durante la pratica della consapevolezza potrebbero affiorare stati piacevoli di beatitudine. Come per il rilassamento, il raggiungimento di questi stati piacevoli non sono il fine ultimo. Grazie alla Mindfulness impariamo che gli stati emozionali vanno e vengono, che non dobbiamo cercare di fermarli e di aggrapparci a essi, se piacevoli, o di rifiutarli, se spiacevoli. Ciò significa che anche le sensazioni come irrequietezza, irritazione e frustrazione che possiamo provare, non sono da considerarsi degli insuccessi. Non sono stati emozionali che dobbiamo cercare di cacciare, ma semplicemente osservare e accettare nella loro evoluzione e transitorietà.
6. Non è convertirsi a una religione
La Mindfulness nasce proprio dalla possibilità di fruire delle pratiche di consapevolezza e di presenza senza la cornice spirituale religiosa entro cui è fiorita. Essa viene adottata con successo sia da persone non religiose interessate a promuovere il proprio sviluppo personale, sia ad appartenenti a un’ampia gamma di tradizioni religiose che trovano nella pratica della consapevolezza un sostegno per la propria crescita spirituale, oltre che psicologica. La Mindfulness è universale e può essere praticata a sostegno della propria evoluzione psicologica personale o come impegno in qualunque tradizione spirituale.
Conclusioni
Saper distinguere cosa non è la Mindfulness è fondamentale per avvicinarsi a questa pratica in modo autentico e significativo. Con la corretta comprensione, la Mindfulness può diventare un potente strumento per migliorare la nostra qualità di vita, promuovendo una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.
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